Nutrimento per l'anima: i consigli di Faith!

  • da vedere: "Mine Vaganti", di F.Ozpeteck, con R.Scamarcio, A.Preziosi - 2010
  • da ascoltare: "Romeo e Giulietta", Prokofiev
  • da leggere: "Cieli di Zafferano", L.Lokko

venerdì 27 luglio 2007

No comment

Suppongo che se mi attaccassi una telecamera addosso e me la portassi in giro con me a riprendere quello che mi succede potrei lanciare la sitcom più divertente (e tragicomica) degli ultimi vent’anni.

Prologo: per chi non lo sapesse questa sessione avevo già avuto la mia parte di sfiga, passando tutto maggio sul manuale di latino senza poi poter dare l’esame per una stupida e assurda questione burocratica. E un mese di studio è stato buttato nello sciacquone, per non usare francesismi.

Stavolta è successo che sono stata un mese a studiare storia contemporanea, e mi stavano veramente cedendo i nervi per la stanchezza. Nell’ultimo mese ho mandato più mail al prof che al mio ragazzo per essere sicura del programma. E dopo aver scritto al prof per ennesima conferma se andasse bene il libro che avevo scelto e lui aveva risposto di sì e pensavo che fosse sicuro al cento per cento cosa dovevo studiare (una monografia più il manuale di storia generale), ebbene a questo punto il 26 LUGLIO vado a fare l’esame ed esce fuori che dovevo fare DUE monografie.

Dico: “prof, ma le ho chiesto via mail se il libro che avevo scelto andava bene e lei mi ha risposto di sì…”
Dice: “beh, se lei mi chiede se un libro va bene io le rispondo di sì. Ma ciò non toglie che bisognava aggiungerne un altro.”
Dico: “…….”
Fumetto con disegnino della mia laurea che mette le ali.
Collasso.

Devo aggiungere altro al dialogo più divertente della storia?

Mi accingo solo mestamente a tirare lo sciacquone su un altro mese di studio.

Poi esci e ti devi pure sentir dire: “ammazza, ci vai tutti i giorni al mare eh?!” (risolini, alludendo al mio colorito color latte). Ma vaff…

martedì 10 luglio 2007

Saturday night fever

Già che oggi è stata una giornataccia, per “sdrammatizzare” vi racconto l’ultima che mi è successa.

Sarà che noialtri alternativi ci scocciamo a fare sempre le solite cose, vi dirò che dopo una settimana stressante di esami e studio non desideravo per niente uscire un po’ con il mio amour e i miei amici, e andare a fare, chessò, una passeggiata in riva al mare o andare a bere qualcosa e fare due chiacchiere. No no, per niente. Così ho deciso di passare un sabato sera trasgressivo, e andare a farmi un giro al Pronto Soccorso.

La faccenda è questa. Sabato, nel pomeriggio, aspettando di passare una bella serata fantasticavo su cosa mettermi, o meglio su cosa abbinare a un paio di fantastici sandali dorati che mi ero comprata qualche giorno prima (Moira Orfei mi fa un baffo). Avevo optato per gonna corta bianca e maglia color cioccolato. Avevo anche scovato la cintura perfetta. Nel frattempo però accusavo un leggero dolorino di schiena. Sopportabile, in ogni caso.


Così arrivata a casa verso le otto e venti, mangio e vado a farmi la doccia. Uscita dalla doccia, il tempo di tornare nella mia stanza e piazzarmi davanti all’armadio, sento un dolore lancinante nella parte bassa della schiena. Mentre mi rendo conto di che cavolo sta succedendo provo ad andare verso il letto, ma a malapena riesco a camminare. Tento di arrivare al bagno per asciugarmi i capelli ma niente, mi cedono le gambe dopo due passi e quasi cado rovinosamente a terra. Incredula per cotanto dolore mi metto sul letto e con i miei riflettiamo sul da farsi. Mia madre tenta la carta del medico vicino di casa: niente, non c’è.

Resta un’unica, malefica soluzione che aleggia nell’aria: il Pronto Soccorso.

Non ho molta voglia di andarci, ma sto troppo male. Così mi arrendo, e decido di sfidare la sorte. Dopo parecchia fatica (vestirsi, fare tre piani di scale, salire in macchina) ci avviamo verso l’ospedale. Ogni metro percorso sale esponenzialmente il mio sentirmi una sfigata totale. Dovevo essere a casa a prepararmi per uscire e invece sto andando al Pronto Soccorso, per di più con dei capelli improbabili.

Stoicamente resisto a tutto ciò e mi accingo ad aspettare diligentemente il mio turno (c’era diversa gente alternativa sabato sera in ospedale). I miei vanno a fare l’accettazione. Dopo un po’ mi fanno cenno di avvicinarmi. Mi alzo con parecchio dolore e fatica e muovo qualche passo aggrappata al mio ragazzo, immaginando che debbano chiedermi qualcosa all’accettazione. In realtà abbiamo supposto che l’infermiere volesse solo stabilire come stavo. Scientifico come metodo, direi.

Alla fine dei conti dopo un po’ tocca a me. Già per arrivare alla porta dell’ambulatorio ci metto una paio di ore. Entro e il dottore sta lì parecchio scoglionato.
“Che ha fatto la signorina?” senza nemmeno guardarmi. Vorrei dirgli che non è educato parlare in terza persona di una persona che è presente nella stanza.
“Ho un forte mal di schiena.”
“Quando le è cominciato?”
“Stasera, appena uscita dalla doccia.”
“hm hm. Si metta sul lettino.”
“Ma…c’è quella…” (la bocchetta dell’aria condizionata sparava direttamente sul lettino. È una mano santa l’aria condizionata per una schiena bloccata e dolorante…)
“Q u e l l a non si può spegnere.” (tono del tipo: sì, quel grasso che hai sulla faccia è ripugnante. Sparisci.)

Mi metto sul lettino e il dottore simpaticone mi si avvicina e non so perché mi sente i bronchi. Mi guarda la schiena e dice all’infermiere di farmi un’iniezione. L’infermiere la prepara e mi dice di scendere dal lettino, neppure faccio in tempo a chiedere come devo mettermi che il maledetto mi spara l’iniezione così, in piedi, come se fossi un cavallo. Gli chiedo una protezione per lo stomaco (le medicine per il mal di schiena fanno male allo stomaco e io ho appena avuto la gastrite) e il tizio mi dà del Maalox. Che chi è esperto di cose simili sa che è acqua fresca.

Per concludere al meglio, il dottore simpaticone stampa il referto. Scrive che lamento dolore lombare (ma va?!). E mi appioppa il codice bianco. Devo pagare 25 euros. Devo pagare 25 euros?!

Morale: una povera deficiente come me dopo una settimana stressante invece di uscire con gli amici si ritrova al Pronto Soccorso con un dolore terribile e, manco l’avessi deciso io, devo pure pagare?!? E non me la prendo con chi ha fatto la legge, dato che non so da voi ma qui da me le vecchiette invece di andare dal medico di famiglia vanno al Pronto Soccorso per farsi dare l’aspirina. Me la prendo con il bastardo dottore che ha valutato!

Conclusioni? Non so se lo capirete tutti, ma dalle mie parti si dice: “Curnut e mazziat”…
Mi sembra di essere stata esaustiva!