Nutrimento per l'anima: i consigli di Faith!

  • da vedere: "Mine Vaganti", di F.Ozpeteck, con R.Scamarcio, A.Preziosi - 2010
  • da ascoltare: "Romeo e Giulietta", Prokofiev
  • da leggere: "Cieli di Zafferano", L.Lokko

lunedì 19 novembre 2007

I'm waiting for...


Ho questo camino acceso di fianco a me. Ho un maglione di lana morbida che mi riscalda. Ho una cena quasi pronta che tra un pò mangerò con gusto. Ho le persone che amo nelle stanze accanto, ne manca qualcuna, ma solo fisicamente. Ho tante cose dentro, che vorrei trovare le parole per esprimere, ma è così difficile. Da giorni ormai ho questo miscuglio di emozioni che mi fanno girare la testa. E non so a quale dare retta. Ho paura, perchè non so che piega devo far prendere a questa vita, a questi ventitre anni che vorrei forse aver speso meglio. Devo prendere una decisione, e non so da che parte iniziare. Devo prendere molte decisioni. Ho paura, sono stanca, vorrei stendermi nel mio letto e dormire per tanti giorni. Vorrei passare le mattine a passeggiare nell'aria limpida della campagna quando è bel tempo e i pomeriggi a bere le mie tisane profumate di fiori davanti al camino, e riprendermi il tempo di ascoltare me stessa, ciò di cui ho bisogno. Riprendermi il tempo di prendermi cura di me, perchè in tutto il tempo che riesco a trovare per gli altri non sono capace di spendere un minuto per me. Vorrei riuscire a far sgorgare un fiume di parole liberatorie, di frasi che mi sgancino da questa realtà relativa, da questo forse perenne che mi disturba. Vorrei capire cosa c'è davvero in questa mia testolina, sotto questi capelli scuri. Ma sono confusa. Perchè a volte riesco anche a essere felice, a gioire per un bacio, per un paesaggio, per una parola, per un pensiero, per una passeggiata in una piccola città antica. E non so chi sono. Sono la ragazza triste? La ragazza felice? La ragazza serena? La ragazza insoddisfatta?

E allora...attendo. Attendo.

domenica 4 novembre 2007

Happy birthday


23 anni fa a quest'ora me ne stavo in una culla nella nurserie dell'ospedale, respirando con i miei polmoni da poche ore. Probabilmente non vedevo quasi niente, solo le ombre che vedono i neonati, probabilmente piangevo e non facevo altro che mangiare, fare bisogni e dormire. Probabilmente i miei parenti facevano la fila davanti al vetro per vedermi, e chissà se è vero, come dice mio fratello, che ero brutta come una ranocchietta, piccola e grinzosa.

Oggi sono passati 23 anni esatti da quel giorno di novembre, e sono adulta.

Per la prima volta nella mia vita, oggi non mi sembra che sia il giorno del mio compleanno. Mi dicevano "ma perchè non ti piace il tuo compleanno?". Così quest'anno mi sono impegnata. Ho chiamato gli amici, ho fatto con tanta fatica una grande torta gialla. A mezzanotte del mio compleanno ho brindato ai miei 23 anni, scartato dei regali, sorriso per delle foto.

Ma nonostante questo, una vena di tristezza mi ha colto. Come sempre.

Amici che dovrebbero conoscerti ti fanno regali mortificanti. Tanti oggetti, pochi pensieri. Persone che contano non ci sono. E tutti sono sempre troppo occupati a pensare a se stessi per dedicarti una serata del loro tempo. Anche solo un minuto di affetto sincero. Persone che ci sono, ma non ci sono.

Tutti sono troppo presi da se stessi, e questo mi fa male. Tutto qua.

Era tanto che non scrivevo qualcosa del genere. Da tempo mi sono buttata alle spalle il pessimismo, il disfattismo, le lagnanze.

Ma oggi me lo concedo.

Tanti auguri a me.