Nutrimento per l'anima: i consigli di Faith!

  • da vedere: "Mine Vaganti", di F.Ozpeteck, con R.Scamarcio, A.Preziosi - 2010
  • da ascoltare: "Romeo e Giulietta", Prokofiev
  • da leggere: "Cieli di Zafferano", L.Lokko

venerdì 28 marzo 2008

Il mio giorno


Un giorno caldissimo di marzo di cinque anni fa ho messo piede per la prima volta nella facoltà di Lettere e Filosofia. Allora ero molto magra, avevo i capelli cortissimi, portavo dei pantaloni sdruciti, uno stretto giubbotto di jeans e non mi separavo mai dalla mia bellissima sciarpina viola. Non ero lì per me, avevo saltato la scuola per accompagnare una persona. E ricordo che ridemmo molto perchè io mi misi molto disinvoltamente a leggere un libro seduta sul davanzale di uno di quei grossi finestroni, ed ero così perfettamente intonata al posto che tutti si fermavano a chiedermi informazioni su dove fosse la tale aula o il tale esame. Ero orgogliosa di sembrare una studentessa universitaria! E non vedevo l'ora di poter entrare lì dentro senza essere un'intrusa, e di poter dire frasi come "vado in facoltà" o "devo dare quell'esame". Mi sembrava mancasse un'eternità, avrei voluto finire il liceo quello stesso giorno e cominciare a dare i miei esami.
Poi ci sono tornata un giorno di ottobre, emozionata per la mia prima lezione, in un'aula enorme e gremita di gente. E mi chiedevo, dentro di me, quanto ci metterò? E me lo chiedevo ogni volta che andando in facoltà, con il sole di luglio o il gelo di dicembre, vedevo qualche ragazza felice con un mazzo di fiori e tanti parenti e amici intorno: quando toccherà anche a me?
E' stato un cammino lungo e terribilmente faticoso. Mi sono gasata per i 30 e ho pianto di fronte agli ostacoli, mi sono arrabbiata per le scorrettezze e ho goduto delle molte cose che ho imparato. In alcuni momenti, ho creduto di non farcela.
E invece....invece l'11 aprile sarà un giorno importante, sarà il mio giorno. Non so come immaginarlo, non so se sarò nevrotico e stranamente tranquilla, non so se piangerò, non per me ma per la persona che, il mio stesso giorno, finirà questo cammino con me. Non so. So solo che l'11 aprile sarà il mio giorno. Finalmente.

sabato 8 marzo 2008

It's only rock 'n roll but I like it


Io da grande volevo fare la rockettara. Volevo avere i capelli lunghissimi o cortissimi, comunque scuri, gli occhi truccati di nero, una chitarra elettrica fucsia o verde acido, e volevo fare quel passo che ti agiti come una dannata avanti e indietro con i capelli svolazzanti (nella versione in cui erano lunghi…ma anche quando li avevo cortissimi mi sentivo molto molto rock). Volevo saper cantare indifferentemente canzoni melodiche, e poi urlare come una disgraziata nel microfono, come la cantante dei guano apes. E certe volte, devo confessare, ancora mi ci metto in camera, quando sono sicura che non c’è nessuno, a fare finta di suonare e cantare. Sono bravissima a cantare in playback, se esistesse un mestiere in cui devi muovere le labbra su canzoni altrui, quando magari questi hanno altro da fare, io sarei veramente una professionista. Sono pure anni che mi alleno, cribbio, mica ci si arriva così.
Poi però mi rendo conto che sono fatta strana, perché io sono una tizia che ricama a punto croce, e i miei amici mi prendono anche per culo, ma a me piace, mi rilassa, e soprattutto mi gasa vedere quando ho finito una cosa, ed è venuta bene, e l’ho fatta tutta io. Adesso per esempio mi sto ricamando degli asciugamani, non so quando li finirò e nemmeno quando li userò, però magari un giorno, tra tanti anni, avrò una bambina e le asciugherò la faccia con un asciugamano ricamato da me, e a voi sembrerà tanto una cazzata, ma io so che sarò felice.
Io sono una tizia che decora gli oggetti con il decoupage, che si fa arrivare la vernice fino ai gomiti, perché quando sto lì mi dimentico di stare attenta a non fare uno schifo, e anche per questo mi prendono un po’ per culo (dovrò rivedere le mie amicizie, mi sa…), perché sono cose che fanno di solito le casalinghe disperate, ma a me piace creare delle cose, e se poi mi restano sul groppone perché non so che farci, pazienza.
Io sforno torte su torte con i subsonica nelle cuffie.
Io amo il giorno, il sole che entra dalla finestra, il mare a luglio, le vacanze, la domenica mattina, le fotografie in cui qualcuno sorride, ma alcune volte, alcune notti, magari estive, mi affascinano, mi sembra che il mondo che vedo sia un altro rispetto a quello che vedrò la mattina seguente, e mi viene da pensare, mi viene da prendere la macchina e guidare fino all’alba con un cd che mi piace nello stereo, e tutto ciò che di bello ho scritto nella mia vita, l’ho scritto di notte, come adesso, che non so se sia bello quello che ho scritto, ma mi è venuto così, come uno starnuto, e sono quasi le tre del mattino, mentre ascolto di tutto nelle cuffie.
Sipario.

mercoledì 5 marzo 2008

Oggi sono io


Giorni strani, questi.
La tesi da scrivere, tanti libri da leggere, e magari fossero almeno tutti in italiano. Qualche problemino qua e là...quando la coperta è corta, tiri e tiri ma da qualche parte rimani scoperto. Vorrei aggiustare tutto, ma devo capire che non tutto è in mio potere. Come si dice, vorrei avere il coraggio di cambiare quello che posso cambiare, la serenità di accettare ciò che non posso cambiare, la saggezza di conoscerne la differenza.
Ci sono questi giorni, questi giorni in cui piove ed è nuvoloso, e vorrei poter salire su una scala abbastanza alta che mi permetta di afferrare le nuvole con le mani e spostarle una per una, e far uscire un raggio di sole che rende tutto meno amaro, meno spigoloso. A volta basta un raggio di sole, un uccellino sull'albero di fronte la mia finestra, e il peggio sembra lontano.
Questi giorni chiusa in casa, in cui mi sento veramente inguardabile, un piccolo, occhialuto, topo da biblioteca. Vi scrivo solo per salutarvi, perchè anche se non scrivo passo sempre dalle vostre parti e ci tenevo a ricordarvi che per fortuna sono ancora viva! Vorrei davvero avere qualcosa di divertente da raccontare come sempre, ma questa volta non ho nessun coniglio da tirare fuori dal cilindro, nessuna storiella alla faith.
Oggi sono Federica, ho le occhiaie, i capelli sfatti e un vecchio maglione grigio.
Oggi sono Federica, e sono stanca.