Nutrimento per l'anima: i consigli di Faith!

  • da vedere: "Mine Vaganti", di F.Ozpeteck, con R.Scamarcio, A.Preziosi - 2010
  • da ascoltare: "Romeo e Giulietta", Prokofiev
  • da leggere: "Cieli di Zafferano", L.Lokko

giovedì 29 maggio 2008

Guerra psicologica



pubblicità del gelato carte d'or
pubblicità dell'anticellulite
pubblicità del magnum
pubblicità delle barrette dietetiche
pubblicità del kinder pinguì
pubblicità delle compresse antifame
pubblicità del gelato motta
pubblicità della crema rassodante
pubblicità del gelato sammontana
pubblicità dei costumi scosciati
pubblicità della torta gelato
pubblicità dei bibitoni dimagranti...
come si fa?!

lunedì 26 maggio 2008

C'è un peter pan in ognuno di noi (in me un pò di più)

Da anni lo vedevo nelle vetrine, restavo furtivamente ad ammirarlo rapita da cotanta bellezza. Desideravo disperatamente averlo, ma l'angioletto del buon senso mi sventolava davanti la carta d'identità, sottolineando col ditino la veneranda età (nonchè il costo non proprio competitivo). Così ogni volta continuavo per la mia strada, tentando di dimenticare. Poi, di tanto in tanto, entravo in un negozio e lo vedevo, svettante su uno scaffale. Ma con estremo dolore mi accontentavo di sognare, e mi voltavo dall'altra parte.
Finchè, proprio quando credevo di essermi disintossicata, qualcuno è stato così folle da regalarmelo!!! Da due giorni è posizionato orgogliosamente sul mio comodino...e la mia vita non è più la stessa...uhauhauha!!

mercoledì 21 maggio 2008

Un poeta



"Furono baci e furono sorrisi, poi furono soltanto i fiordalisi..." F. De André


Non è forse poesia?

venerdì 16 maggio 2008

Vita da biciclettari



Poichè mi sono resa conto che la mia silhouette assomiglia sempre più a quella del tenero, bianco, paffuto ominomisclen (in realtà lo sapevo anche prima ma volevo fare la vaga), mi sono decisa a dare qualche taglio qua e là alle entrate (la parola dieta mi provoca un subitaneo sfogo cutaneo e una spropositata voragine nei meandri del mio essere), ma soprattutto ad aumentare le uscite. Così, oltre al mio amato yoga la domenica pomeriggio ho approfittato del caldo primaverile per iniziare ad andarmene a spasso in bici. Metto su le cuffiette e parto. Mi sento molto Amelie, e questo mi piace molto.
Oggi però era quasi ora di pranzo - e quindi ora di punta - e mi sono resa conto dell'insofferenza dei quattroruotisti verso noi poveri dueruotisti. Un camion mi ha lisciata il fianco, e qualche automobile pure. Pedalavo tranquilla sul bordo esterno della carreggiata e una macchina mi ha quasi mandata a sbattere contro un'altra parcheggiata. Un bmw mi stava per arrotare, per non parlare delle curve: è così difficile da capire che un braccio allungato significa una freccia? Mica ti sto salutando!
Per un istante ho pensato seriamente di non portare a casa la pellaccia...

E' dura la vita dei biciclettari (ecco, più che ciclista, io mi sento biciclettara).

lunedì 5 maggio 2008

I sogni son desideri

Quando camminavo per l’università, a volte di corsa andando a lezione, altre volte passeggiando con un’amica, spesso mi capitava di incontrare ragazzi o ragazze appena laureati. Si riconoscevano facilmente dall’abbigliamento, dal seguito di parenti vestiti a festa, dai fiori in mano, ma soprattutto dai sorrisi e dagli abbracci. Pensavo sempre, chissà quando capiterà a me. La vedevo una metà lontana e difficile da raggiungere, soprattutto verso la metà, quando più esami davo e più sembravano mancare.
Ma nonostante la difficoltà nello studio la vedevo una cosa “semplice”, fatta di passaggi prestabiliti: finisci gli esami, chiedi la tesi, studi, scrivi, discuti. Seh…non poteva essere.
Innanzitutto ci ho messo quasi un paio di mesi solo a farmi accettare la tesi. La prof di teatro a cui volevo tanto chiederla (e per la quale ho passato questo), mi ha poi allegramente svangata. Sembrava avermi detto di sì, invece qualche ricevimento dopo ha elegantemente tentato di deviarmi verso un’altra professoressa. Carina, no?
Ho scelto un altro professore, di letteratura e cinema, che mi ha sì accettato la tesi, ma non l’argomento: ci ho messo tre ricevimenti (quasi un mese) e dieci argomenti proposti per trovare l’idea giusta (con l’aiuto di Matteo che ancora ringrazio commossa!). Naturalmente mi sono trovata a condividere la faccenda con mio fratello. Volevamo fare tutt’altro, e ci siamo trovati addirittura con lo stesso professore!
Ho poi scoperto che molti dei libri che mi servivano per la tesi erano in inglese: ho dovuto ordinarli in Inghilterra (devo dire che mi sono arrivati prima i libri dall’Inghilterra che da Firenze…), leggerli e tradurli. La sera avevo gli occhi a stelline.
Quando ho iniziato a scrivere la tesi ho scoperto che il mio professore non leggeva i capitoli, li sfogliava. Sì, li sfogliava. Ora: o sei supervicky, e ti basta sfogliare un libro con il pollice per saperlo a memoria, o sei uno che non te ne frega un cavolo, e punto. Propendo per la seconda ipotesi.

A metà marzo gli diciamo: per fine marzo dobbiamo portarle la tesi finita? Risposta: ma nooooo.
Il 26 marzo mi dice: la prossima settimana deve portarmi la tesi finita. Ah, no, non era fine marzo: ERA IL 2 APRILE! La seduta di laurea è l’11 aprile. E io che pensavo di arrivare quasi a maggio. Terrore. In una settimana stendo all’incirca 30 pagine di tesi. Altro che occhi a stelline.
Ma la tragedia si sfiora pochi giorni prima della discussione. Vado in copisteria a ritirare la tesi rilegata per portarla dal professore, la guardo e penso “sì, è venuta carin… cazzoooooooooooo”. Un infarto. Sulla copertina campeggia sfacciato il logo dell’Università Tor Vergata. Mi giro verso il ragazzo della copisteria, e gli urlo tra l’isterico e lo sconsolato: “Ma io sto alla Sapienza!!!”. Ci guardiamo per dieci secondi in faccia, sconvolti. Si riprende e mi fa “Un’ora e te la rifaccio!”. Vado in università per cercare di beccare il professore. Naturalmente non lo trovo. Ritorno dopo un’ora e la trovo rifatta, anche se sulla copertina il mio cognome è leggermente sbagliato: la “d” che dovrebbe essere minuscola è diventata maiuscola. Vabbè, me la tengo così. Torno in facoltà e finalmente la consegno.
Il giorno dopo arriva una mail del professore: vuole anticiparci la seduta di laurea di un giorno. Questo può accadere un mese prima, non UN GIORNO PRIMA!
Terrore e raccapriccio: ormai sono psicologicamente pronta per venerdì. Alcuni hanno preso il permesso da lavoro, altri stanno arrivando da lontano. Non può essere. Vado in università, ma per fortuna la faccenda sfuma in una bolla di sapone. Gli hanno detto in segreteria che è troppo tardi per cambiare: ma va?!?

Tutto questo stress, questa agitazione, sono stati però largamente ricompensati da quell’unico, bellissimo giorno.
Ogni volta che c’è stata una ricorrenza nella mia vita, compleanni, maturità, eccetera, c’è sempre stato qualcosa (o qualcuno…) di stonato, che mi rende quei ricordi agrodolci.
Stavolta, invece, è stato tutto perfetto. Non avrei potuto immaginare niente di meglio. La mia famiglia, il mio amore, i miei amici più cari erano tutti accanto a me, partecipi al cento per cento. Tanti mazzi di fiori, tanti bigliettini che conservo gelosamente, tanti abbracci sinceri.
C’è stata prima la discussione di mio fratello (che può finalmente dire di essersi laureato prima di me), e alla proclamazione come previsto sono scoppiata a piangere. Fuori la porta, come una scema, mi ricacciavo le lacrime perché toccava a me!

Bisogna dire che dopo tanto penare il nostro relatore si è comportato bene: ci ha fatto una bella introduzione e ci ha dato il massimo dei punti. Durante la mia discussione una professoressa della commissione mi ha anche fatto una domanda (tentava di cogliermi in fallo, la bionda…), e ho saputo che in quel momento tutti tiravano il fiato pensando che la tizia riuscisse a mettermi in difficoltà: ma questo non può capitare, a superFaith!! UHAUHA!
Non avrei potuto desiderare una giornata più bella…e quando ci penso, ancora riprovo quella felicità completa, totale, dolcissima.

Non ho scritto dediche nella mia tesi, perché chi merita un grazie da me ne è consapevole, nel profondo del suo cuore. A tutte queste persone, un bacio grande, e un grazie infinito.
Uno in più però va alla mia famiglia, su tutto e tutti, a mio fratello che ha condiviso tutto questo con me, e a Roberta, che ha fatto di tutto per me, specialmente negli ultimi, stressantissimi giorni!Tutti dovrebbero essere così felici, almeno una volta nella vita.

Nelle foto dall'alto: Faith colta nel momento di concentrazione poco prima di discutere, raggiante dopo la proclamazione (e io direi di notare la bellissima copertina...senz'altro la più fashion di tutta la seduta di laurea), mentre guarda sconsolata la bottiglia di prosecco già finita.